DEFINIZIONE

La Rizoartrosi è un processo degenerativo cronico (artosi) molto frequente (circa 50% della popolazione sopra i 50 anni presenta segni di tale patologia), legata all’usura della cartilagine dell’articolazione trapezio-metacarpale (TM), posta tra la base del pollice (primo metacarpo) ed il trapezio, osso della mano a forma di sella, che fornisce da supporto al pollice, permettendogli di effettuare una miriade di movimenti nei tre piani dello spazio.

La Rizoartrosi coinvolge spesso entrambe le mani e colpisce più frequentemente il sesso femminile; è associata a dolore e limitazione funzionale che progrediscono con il tempo, anche se molte volte è una patologia ottimamente tollerata.

Spesso la si riscontra nei tennisti, che ripetutamente sollecitano il pollice nella presa della racchetta. Frequentemente la rizoartrosi si accompagna ad artrosi delle vicine articolazioni tra le altre ossa carpali configurando, nelle fasi avanzate di malattia, quadri di panartrosi carpale.

Rizartosi

TIPOLOGIE

L’età, il sesso e le attività della vita quotidiana possono giocare un ruolo nello sviluppo di questa patologia; si stima che, in media, il 7% degli uomini e il 15% delle donne,  sviluppino una Rizoartrosi dopo i 50 anni.

Nella maggior parte dei casi, la patologia deriva da un invecchiamento dell’articolazione ma può essere anche la conseguenza di una frattura o un trauma distorsivo.

L’attività lavorativa è un fattore predisponente fondamentale. Quando l’articolazione trapezio-metacarpale è ipersollecitata dal movimento di opposizione del pollice (azione di prensione pollice-indice, fondamentale in tutti gli atti relazionali/lavorativi), se il sovraccarico funzionale prevale sui fattori stabilizzanti l’articolazione (ex.: forma a sella del trapezio, legamenti extra articolari molto robusti), si verifica il progressivo degrado artrosico dei capi articolari, con insorgenza della sintomatologia.

SINTOMI, DIAGNOSI, TERAPIA

La sintomatologia, generalmente, non compare in maniera improvvisa; il paziente infatti, tende a non ricordare un momento preciso di insorgenza.

Alcuni soggetti possono rimanere asintomatici per molti anni. Quando si manifesta, il dolore inizia piano piano, a volte solo per qualche giorno, per poi aumentare gradatamente fino a diventare importante e limitativo delle attività giornaliere (ex: aprire un barattolo, lavare i piatti, tenere in mano una padella, strizzare un panno,… impugnare una racchetta). Al dolore si associa progressiva limitazione funzionale, tanto più evidente “a freddo”, con tendenza a migliorare man mano che l’articolazione si scalda, con il movimento.

Con l’avanzare della malattia il dolore è più accentuato in corso di movimento, ma può comparire anche a riposo.

Il sintomo classico è la sublussazione dorsale del metacarpo, che si accompagna alla conseguente deformazione del profilo morfologico della base del pollice.                                                         

Nella rizoartrosi conclamata, il dolore può paradossalmente diminuire, in quanto il paziente tende a muovere sempre meno il pollice per non sentir male; si avvia in tal modo un processo di fusione tra le ossa che, se da un lato riduce i sintomi, dall’altro corrisponde ad un quadro radiografico di notevole danno osteo-articolare.

La diagnosi è clinica ovvero mediante visita medica specialistica ortopedica, e può essere confermata con l’esame radiografico mirato dell’articolazione trapezio-metacarpale (restringimento della rima articolare per riduzione di spessore delle cartilagini e sclerosi dell’osso sub-condrale, con possibile presenza di ostefiti e cavità geodiche). Il dolore è evocabile con la palpazione della zona interessata; il paziente non riesce a fare la pinza con il pollice e l’indice, perché quest’azione causa dolore acuto.

La terapia dipende sostanzialmente dallo stadio clinico della malattia. Tra i pazienti che restano asintomatici per anni e quelli che, purtroppo, dovranno sottoporsi ad un intervento chirurgico, troviamo  una vasta gamma di soggetti, con dolore e difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane, per i quali  si sono dimostrati efficaci trattamenti incruenti, quali: terapia manuale (mobilizzazioni articolari e dei tessuti molli), esercizio terapeuticoterapia farmacologica (antinfiammatori-antidolorifici), terapia conservativa con il tutore ergonomico (mantiene la funzione del pollice, lasciando libero il polso), terapia fisico-strumentale (Ionoforesi, Ultrasuoni, Magnetoterapia). Di recente introduzione è la crioterapia localizzata intensiva (-100° C): abbatte l’infiammazione e riattiva le cartilagini lesionate dal processo artrosico.

Raramente vi è l’indicazione al trattamento chirurgico mediante artroplastica  in sospensione, con interposizione di un disco protesico di piro-carbonio.

IMPORTANZA DELLE TERAPIE FISICHE

EFFETTI DELLA T.E.N.S. (Stimolazione Elettrica NervosaTranscutanea)

Con l’utilizzo della T.E.N.S. nel trattamento della Rizoartrosi, si ottiene netta riduzione del dolore (azione locale diretta sulle fibre dolorifiche e stimolazione della produzione endogena di endorfine catecolamine). Le applicazioni ripetute, migliorando il microcircolo nei tessuti  muscolo-tendinei infiammati, normalizzano la funzione delle cellule sofferenti. Nello stesso tempo, si riduce la contrattura muscolare, e quindi la tensione sui tendini dell’articolazione trapezio-metacarpale che, in tal modo, torna a funzionare meglio.

EFFETTI DELLA IONOFORESI

Utile anche la Ionoforesi, che permette di veicolare un farmaco (antidolorifico o miorilassante, purchè dotato di polarità) attraverso la pelle, nella zona interessata dal processo infiammatorio doloroso, sfruttando una stimolazione elettrica. L’effetto a breve-medio termine, con azione sull’apparato muscolo-tendineo, sarà quello di sollevare dal dolore.

Nella Ionoforesi, è il farmaco ad avere effetto curativo, non la stimolazione.

EFFETTI DELLA MAGNETOTERAPIA

L’utilizzo della Magnetoterapia è di grandissimo aiuto. Nella cura della Rizoartrosi, porta ad una rapida scomparsa della sintomatologia dolorosa e, con applicazioni ripetute nel tempo, favorisce la riattivazione del microcircolo locale (apporto di ossigeno, necessario per la corretta funzione cellulare, ed eliminazione rapida delle sostanze ad azione pro-infiammatoria, prodotte dalle cellule tissutali sofferenti). Si risolve in tal modo l’infiammazione, con conseguente miglioramento della funzionalità dell’articolazione trapezio-metacarpale, tanto più significativo quanto più vengano associati l’utilizzo di un tutore rigido (per 15 – 30 giorni) ed il riposo funzionale.

EFFETTI DELLA TERAPIA CON ULTRASUONI

L’effetto analgesico degli ultrasuoni, è dovuto all’azione del calore.

Tale metodica inoltre,  migliora la funzionalità  cellulare , agevola la riparazione dei danni ed accelera la risoluzione dei processi infiammatori.

Determina anche rilassamento dei muscoli contratti (sempre per effetto termico, oltre che  per l’azione di micro- massaggio tissutale) e, da ultimo, rallenta e/o riduce lo sviluppo degli osteofiti.

Va peraltro ricordato che gli ultrasuoni non sono utilizzabili nelle forme infiammatorie acute, in presenza di ematomi, oppure in caso di osteoporosi.

L’Equipe del Centro Ricerche Mediche

Le informazioni riportate non sostituiscono alcun consiglio o parere medico.